Platone

 PLATONE E LA TEORIA DELLE IDEE

Platone riconosce 
- i limiti dell’esperienza sensibile che non consente una conoscenza sicura e affidabile
-la necessità, per la scienza, di trovare criteri di verità oggettivi e universali, pertanto intraprende la “seconda navigazione“, con la quale arriva ad ammettere che esistono le idee, entità immutabili, intelligibili, incorporee e perfette che sono poste nel mondo dell’iperuranio al cui vertice c’è l’idea del bene e che costituiscono i criteri di verità dei giudizi e la causa e la ragione d’essere delle cose. 
- l’insufficienza delle cause materiali nella spiegazione dei fenomeni dell’universo.

Secondo Platone ad ogni realtà sensibile deve corrispondere una forma ideale. 
Le idee si classificano in idee-valori (bene, giustizia…), Idee matematiche (cerchio, linea…) E idee di oggetti naturali o artificiali (cavallo, scarpa, letto…).


IL RUOLO DEL MITO

Il mito platonico ha una duplice funzione: innanzitutto serve per comunicare in modo più accessibile e intuitivo dottrine particolarmente difficili in secondo luogo viene utilizzato per alludere a realtà che vanno aldilà dei limiti dell’indagine razionale, a cui l’autore crede fermamente, ma che non ha modo di dimostrare in modo rigoroso attraverso la ragione filosofica. In altre parole il mito in Platone gioca sia un ruolo didattico sia una funzione filosofica.

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